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Pecorino con la Lacrima

                                             Pecorino con la Lacrima

La  voce di Arancia

 

Horatio e Gloria, la prima volta
Gloria non ricorda come e quando aveva incontrato la prima volta Horatio. Ricorda solo che purtroppo non era stata l’ultima. Horatio da buon corteggiatore italiano sbucava imprevisto dappertutto per invitarla a cena. Dopo tre mesi di rifiuti, Gloria aveva deciso di dargli una possibilità e aveva accennato al ristorante più famoso e costoso in città.
Al ristorante Horatio è in attesa della sua damigella col vestito della festa. Camicia a fiori, giacchetta bianca con gli spacchetti e pantaloni rosa, scarpe a punta quadrata con la fibbia dorata; per la cravatta il discorso si fa complicato e non vogliamo trattenervi lungo,
il nostro Horatio ha sempre avuto gran successo in questa uniforme, che ne può sapere che ci si presenta in modo diverso nel ristorante italiano a cinque stelle.
Gloria arriva al ristorante in nero di classe e con cinque minuti di ritardo, come suo obbligo, nota con un sussulto che Horatio l’ansioso ha già sterminato tre aperitivi e una squadriglia di olive verdi, ma a questo punto della sua vita la nostra Gloria vuole togliersi il capriccio di salire sul tram di un tipo rozzo e farci un giro. Questo Horatio è il tipo adatto. Gloria immagina un Horatio che se ne sta nella sua Impresa Edile di Costruzione fino a sera e torna a casa per una cenetta pronta della sua mamma; poi Horatio se ne va a dormire davanti alla tv. Mandato dal cielo. Poi lei saprebbe come tenerlo sveglio e lontano dalla sua mamma per qualche tempo. Per la cenetta potrebbero prendere un cuoco, Horatio ha l’aria di poterselo permettere.
Horatio ha intuito che Gloria e sua mamma italiana non devono venire in contatto. Horatio non va a mica a raccontare a mamma che esce a cena con una tipa di classe, che vende tappeti persiani invece di stare in cucina. Horatio ha mentito alla sua mamma. Mamma non vuole che Horatio porti fuori a cena tipe che lei non conosce.
Mamma, devo rinunciare a mangiar bene stasera, esco a cena con certi clienti cinesi, questa è gente importante per i miei affari, mi comprano un grattacielo. Questo ha raccontato Horatio l’astuto alla sua mamma, che sospira gelosa e orgogliosa. Horatio è stufo di segretarie che vogliono diventare casalinghe, unica donna di casa è la sua mamma, cuoca inarrivabile, lui non pensa neppure per un attimo a scambiarla con una sconosciuta ai fornelli. Infine quello che gli viene giusto è una relazione seria, ma niente anelli e chiese, niente guerre in casa. Questa tipa Gloria ha tutta l’aria di una femmina indipendente, una che sogna semmai divorzi non matrimoni. Infine a Horatio piace da impazzire il sedere di Gloria, le figlie delle amiche italiana di mamma non ne hanno uno alto, tondo ma non grassottello.
Ed è per questo che siamo qui nel Cinque Stelle. Sentimenti e riflessioni ancora agitano il nostro Horatio, mentre litiga la sedia col cameriere, per decidere chi deve dare a Gloria il posto al tavolo. Si riparte con l’aperitivo, i tre che Horatio ha tracannato da solo non valgono. Horatio si lascia andare a qualche gorgoglio mentre beve, Gloria si controlla, perché due poli opposti si attraggono e devono esser pronti a frenare prima di uno scontro.
− Non sollevare verso l’alto il mignolo della mano che tiene il bicchiere − dice Gloria a Horatio e gli chiude la mano colpevole in una morsa che per un attimo orribile pare frangere il cristallo tra alcool e sangue.
L'accusato cerca di discolparsi. Il mignolo sollevato era un nobile segno di distinzione al tavolo dello zar, prima che i bicchieri venissero gettati vuoti dietro le spalle. Horatio lo ha visto al cinema.
La giustificazione imperiale raccoglie sguardi annoiati.
Siamo agli spaghettini al pomodoro. Al dente ma non duri, il sugo lieve senza un'ombra di unto. Una gioia di spaghettini rossi, sotto un ricciolo di vero burro. Inarrivabile gran cucina toscana casalinga di emigranti. Quando il cameriere ariva e depone il piatto, tutti sanno cosa fare da sempre. Prendi un pezzetto di pane, lo tingi appena nel sugo, avvoltoli gli spaghettini lungo la forchetta quanti ne puoi e li tieni fermi col pane. Infine ti chini sul piatto per non macchiare la camicia con traditori spruzzi e infili la forchetta con l'avida bocca che attende golosa. Salta invece fuori che ci sono novità nel settore. A denti stretti Gloria informa: niente pane, avvolgere solo un piccolo giro di spaghettini sulla forchetta, che va impugnata con la mano sinistra, aiutarsi a tenere gli spaghetti con il coltello tenuto con la destra in modo proprio. Non cambiare di mano alle posate in corso di opera. Non allungare la zampa verso la bottiglia di vino al bordo opposto della tavola. Un solo piccolo ruttino e tutto è finito tra noi. Tra gli occhiacci furiosi e i sorrisi suadenti, si arriva al piatto di fichi, che il cameriere depone sulla tavola e se ne va senza una parola di spiegazione. Gloria sceglie con occhio professionale il suo fico, lo infilza col forchettino, lo taglia in quattro spicchi col coltellino e col cucchiaino preleva dalla buccia di ogni spicchio il frutto in una lieve danza spensierata. Al lato opposto della tavola un altro fico non ne vuole sapere, Horatio prova a fermarlo inutilmente col forchettino da tutti i lati. Quel fico troppo maturo sembra un polipo vivo. Allora prova a fare qualche incisione col coltellino nella buccia, un fiasco, oltretutto come capita nei ristoranti il coltellino da fico è poco affilato.
Gloria appare nervosa, chiaramente insoddisfatta di come si stanno mettendo le cose. Questo peggiora la situazione. Un uomo ha bisogno di una donna responsabile e comprensiva al suo fianco, specialmente quando cerca di sbucciare un fico maturo.
A questo punto Gloria si chiede se la storia abbia un futuro, ma pure è affascinata dall’idea di insegnare le buone maniere a questo zotico insuperabile.
Horatio prende le cose nel verso giusto. Egli lava il fico nel bicchiere dell'acqua con la mano e se lo mette in bocca intero con la buccia. Poi si asciuga la mano sul polsino della camicia. Infine egli rompe il bicchiere del vino col cucchiaio per attirare l'attenzione del cameriere e voluttuosamente masticando il fico grida a bocca piena:
− Cameriere, avete mica un bel pezzo di formaggio piccante con le fave? E vino rosso.
Non è l’uomo della mia vita, pensa Gloria, che se ne va senza dire addio a Horatio.

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