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Il Diario di Blink – Capitolo 2: Il Mistero del Salmone Scomparso

Ore 07:47.

 

La porta dell’ufficio cigola. Come ogni mattina, puntualissima come un gufo in biblioteca, la signora Piggy entra con il passo deciso e il foulard annodato sotto il mento. Sembra uscita da un film in bianco e nero, e probabilmente è nata nella stessa epoca. La osservo dalla mia postazione preferita: sopra la pila di fascicoli etichettati “Top Secret” (che io uso come materasso). Mi stiracchio, mi scrollo e le faccio il mio saluto quotidiano: un miagolio lungo e modulato che dice “dove diamine hai messo il salmone ieri sera, vecchia megera?”

 

Lei non mi capisce, ovviamente. Nessuno mi capisce. Solo Trixie, forse. Ma oggi lei non c’è ancora, e la signora Piggy è la mia unica speranza per fare colazione.

 “Buongiorno, Sua Felinità,” borbotta con sarcasmo. “Spero che tu abbia fatto sogni d’oro.”

 

Mi degno di rispondere con un battito di coda secco. Lei si avvicina con in mano una cosa. Io mi preparo. È il momento della scatoletta.

Ma... qualcosa va storto.

Nessun rumore di latta. Niente odore di pesce. Niente salmone.

“Oggi tonno, Blink. Il salmone è finito.” E lo dice con una serenità che dovrebbe essere illegale.

 

TONNO?

 

Sento una vena pulsarmi dietro l’orecchio sinistro. Non mi piace il tonno. È il cugino sfigato del salmone. È il pesce che mangi quando la vita ti ha voltato le spalle.

“Ti farà bene cambiare ogni tanto,” continua, tutta contenta.

Vorrei farle notare, con un lungo sguardo felino, che l’ultima volta che ho mangiato tonno ho vomitato sulla sciarpa di Trixie. Il fatto che l’abbia fatto apposta non è rilevante ai fini della dimostrazione. Ma ovviamente non posso e faccio un miagolio stridulo.

 

La signora Piggy però mi ignora. Apre la scatoletta con la lentezza di chi sa di avere il potere. Poi versa il tonno nella mia ciotola come se volesse insultarmi.

La guardo.

Lei guarda me.

Mi giro e me ne vado. Con la dignità di un imperatore.

 

Ore 08:12.

 

Mi rifugio nel mio nascondiglio segreto: il cassetto in basso della scrivania di Trixie. Lei lo lascia sempre aperto, e dentro ci sono penne, elastici, un biglietto del Luna Park scaduto, e un sacchetto con le bustine di tè magico alla menta demoniaca (non fate domande). Mi accoccolo tra le matite e penso. Se il salmone è finito, significa solo una cosa: devo procurarmelo da solo.

 

L’operazione “Salmone a tutti i costi” ha inizio.

 

Ore 09:00.

 

Trixie entra in ufficio e ha un’aria stralunata, come sempre.

 

Mi lancio verso di lei come se non la vedessi da due secoli (sono un attore fenomenale, dovrebbero darmi un Oscar. O almeno un'aragosta). Mi struscio contro le sue gambe e lei alza gli occhi al cielo.

 

“Blink, sei un ruffiano,” mi dice. E io penso: lo so, dolcezza.

“Vuole la solita scatoletta, immagino,” dice la signora Piggy da dietro la scrivania.

“Sì, salmone per il signorino, come sempre.”

STOP. PAUSA. REWIND.

“È finito,” annuncia la signora Piggy, come se stesse parlando del tempo.

“Finito?” Trixie aggrotta le sopracciglia. “Blink non mangia tonno, lo sai.”

 

Vorrei farle un applauso. È la mia eroina. La mia salvatrice. La mia dispensatrice ufficiale di pesce grasso.

 

Ma poi la signora Piggy fa quel gesto. Quel gesto inaudito.

 

Scrolla le spalle.

 

Il gesto più passivo-aggressivo del pianeta. Tradotto dal ‘Piggyse’: “che si arrangi, è solo un gatto”.

 

Solo. Un. Gatto.

 

Io sono Blink. Il Terrore dei Topi. Il Genio della Truffa L’unico Occhio del Destino. Ho avuto visioni, ho parlato con spiriti, ho fregato una volta un demone delle tasse (ma questa è un’altra storia). E lei mi dà del gatto?

 

È guerra.

 

Ore 09:47.

 

Mi metto al lavoro.

 

Ho bisogno di alleati. E informazioni. Mi aggiro nell’ufficio come un’ombra. La porta che dà sul retro è chiusa (la signora Piggy l’ha chiusa con tre giri di chiave, dopo il mio “incidente” con il gabbiano l’anno scorso). Ma c’è sempre la finestra del bagno.

 

Con una capriola felina e una spinta, esco.

 

La mia destinazione? Il negozio di alimentari due vie più giù. Il signor Wensley ha un debole per me. Una volta ho fatto scappare uno spirito infestante (anche se, a onor del vero, era solo un gufo un po’ nervoso). Ovviamente lui non lo sapeva. Comunque, da quel giorno, ogni tanto mi lancia un pezzetto di salmone.

 

Salto sul muretto. Attraverso il giardino della biblioteca (saluto la statua del mago senza naso), passo davanti alla bottega della sarta (ciao, signora Toppa), e finalmente arrivo.

 

Ore 10:13.

 

Sono davanti alla porta del negozio. Il signor Wensley è al banco, come sempre, a discutere con una cliente su quanto zucchero occorre mettere in una torta senza zucchero.

 

Entro. Con stile.

 

“Oh, ma guarda chi c’è! Il pirata!” ride il vecchietto.

Salto sul bancone. Mi siedo. Lo fisso.

Salmone, dico con gli occhi.

“Oggi niente salmone, amico mio. Ma ho delle sardine che...” MIAGOLIO.

 

Lungo. Tragico. Da Oscar.

 

La cliente si commuove. “Povero piccolo! Guarda com’è magro!”

 

(Scusi, signora, di me si può dir tutto, tranne che sono magro. Magro un corno!)

 

“Va bene,” sospira il signor Wensley. Apre il frigo. Tira fuori un pezzetto di salmone e me lo lancia.

 

Preso al volo.

 

Lo stringo tra i denti e scappo via. Di nuovo per stradine, tetti e fioriere.

 

Ore 10:37.

 

Sono tornato nell’ufficio.

 

La signora Piggy mi guarda rientrare dalla finestra con un pezzo di salmone in bocca come se fossi il protagonista di un film d’azione. Trixie mi fulmina con lo sguardo.

 

“Sei uscito?” chiede. “Da solo?

 

“Questo gatto finirà nei guai, un giorno o l’altro,” borbotta la signora Piggy

 

Lo appoggio nella mia ciotola. Lo guardo. Lo assaporo. È il gusto della vittoria.

 

Ore 11:00.

 

Mi sdraio sul tappeto. Pancia piena. Cuore soddisfatto. Occhio (quello che ho) chiuso.

 

Ma poi, mentre sto per addormentarmi, sento la voce della signora Piggy.

 

“A proposito, Trixie… non trovi strano che ogni volta che il salmone finisce, quel gatto riesce a trovarlo misteriosamente?”

 

Silenzio.

 

“Intendi dire… che Blink potrebbe rubarlo?”

 

“Sto solo dicendo,” continua la signora Piggy, “che quel gatto riesce sempre a procurarselo.”

 

Trixie mi guarda. Io mi lecco una zampa, tranquillo.

 

Lei scuote la testa.

 

“È solo un gatto, signora Piggy.”

 

Miagolo. Stavolta con sarcasmo.

 

Post Scriptum:

 

Domani comincia l’Operazione “Tè alla menta demoniaca venduto al mercato nero”. Non è facile trovare qualcuno disposto a bere una tisana che ti fa parlare fluentemente in lingue morte, ma ho i miei agganci. Ho già in mente lo slogan: "Rinfrescante... fino alla tomba!"

 

Ci vediamo alla prossima avventura.