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San Michele in Val di Susa

Vivo a Torino, città che, come molti affermano, è circondata da un alone di magia e mistero, e che si nutre di una profonda – anche se non appariscente – spiritualità. Non a caso, qui è conservata la Sacra Sindone, il cui valore simbolico resta inestimabile, comunque la si pensi a proposito della sua autenticità. Qui hanno compiuto la propria opera alcuni indimenticabili santi sociali, come ad esempio San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1776-1842), cui si deve la realizzazione di un vero e proprio polo (l’omonimo Cottolengo) consacrato alla cura degli “ultimi tra gli ultimi”. A pochi chilometri da Torino, inoltre, si innalza la Sacra di San Michele, monumento di incomparabile bellezza che da secoli vigila sull’ingresso alla Valle di Susa.


Qui vorrei parlarvi dell’importanza della Sacra da un punto di vista energetico, esoterico. Questo gioiello si trova al centro di una precisa direttrice (la “linea di San Michele”) che partendo da Mont Saint Michel, tra Normandia e Bretagna, giunge fino a Monte Sant’Angelo sul Gargano: si tratta di una delle più potenti “ley lines” (linee energetiche o nadi della Terra), che taglia l’Italia e l’Europa attraversando i più importanti luoghi di culto dedicati all’Arcangelo guerriero. Nella Valle di Susa, dunque, è collocato un importantissimo “chakra” della linea di San Michele, che fa di questo territorio uno di quei luoghi di potere che gli antichi conoscevano e utilizzavano per facilitare il proprio risveglio spirituale. L’Entità che nella tradizione ebraico-cristiana si chiama Michele, ma che in precedenza era nota come Mercurio, Hermes, Toth, può essere indicata come lo spirito guida dell’operazione “risvegli”.



La crosta terrestre custodisce nelle sue profondità delle forze potenti ma selvagge, concentrate in alcuni luoghi, che gli antichi conoscevano bene e attribuivano alla Dea Madre: le statue femminili nere, che raffigurano non soltanto le dee dell’antichità ma anche la Vergine Maria, vennero realizzate per rappresentare appunto queste energie. Gli antichi, però, si riferivano alle energie racchiuse nel cuore della Terra come alle “forze del drago”, sottolineandone così le potenzialità distruttive: sapevano che si trattava di forze utilizzabili sia per il bene che per il male, a seconda delle intenzioni umane. In epoche remote, gruppi di iniziati ispirati dal mondo spirituale si misero all’opera affinchè, per un lungo tratto dell’evoluzione umana, le forze del drago di un importante asse energetico europeo fossero tenute sotto controllo e rivolte al bene: di questo equilibrio positivo si sarebbero giovate le popolazioni europee. Questo è il motivo per cui edifici speciali, costruiti e “attivati” in modo del tutto particolare, furono eretti sopra montagne sacre pervase di potenti (e a volte oscure) energie del drago.




Il “chakra” centrale della Valle di Susa non è fatto solamente del monte sul quale si eleva la Sacra, ma di una serie di altri rilievi, tra i quali spicca il Monte Musinè (“asinello” in dialetto): in questo luogo, le forze spirituali del drago hanno plasmato un sottosuolo pervaso di energie “selvagge”, che si manifestano in conformazioni rocciose insolite e piene di materiali “forti”, nocivi se liberati. Persino la vegetazione che cresce nell’area è differente da quella che caratterizza le zone limitrofe. Il Musinè, però, è anche un’antenna in grado di recepire incredibili energie cosmiche positive. Non a caso, questo è un luogo in cui, nel tempo, si sono concentrati numerosi avvistamenti di oggetti non identificati, nonché manifestazioni luminose inspiegabili. Ci troviamo, insomma, in un luogo che ha contribuito – forse più di qualunque altro – a creare quella base energetico-spirituale che ha fatto di Torino la città esoterica per eccellenza, nel bene e nel male. Un luogo dotato di grande potere, collocato al centro di un asse spirituale tra i più importanti al mondo e tenuto in equilibrio per secoli dal “guerriero” Michele, con le forze del drago domate e sepolte nel sottosuolo… in attesa dell’epoca del grande “risveglio”.