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La Principessa e il Ranocchio Impaziente epub

La Principessa Bacia il Ranocchio Impaziente

‘Mia cara,
una notizia sorprendente, sono costretta prendere marito. Naturalmemte sei invitata.
La mia famiglia ha preso in considerazione la richiesta di un pretendente. Un individuo rozzo e noioso con la barba ispida. E’ ospite nella nostra villa da tre mesi e non fa che parlare di cavalli con gli stallieri. Mi chiedo perché non abbia sposato uno stalliere. Noi principesse, costrette a sposarci, ti invidiamo davvero.‘

Un’altra delle mie amiche che ha la disgrazia di un marito, pensò la principessa che non voleva sposare il ranocchio. Presa da una improvvisa e sconosciuta insoddisfazione, volle rileggere un’altra di quelle lettere.

‘Mia cara,
Appena uscito dalla chiesa, il mio sposo ha mostrato la sua vera attitudine. Mi lascia sola per andarsene a caccia con gli amici, lui e il suo dannato cavallo. Torna a casa con gli stivali infangati e se ne va in biblioteca a sfogliare un libro illustrato di figure femminili vestite di sole calze nere. Infine ha frustato la cuoca, per aver aggiunto, dietro mio consiglio, pomodorini verdi alla frittatina di patate. La cuoca non si è mostrata indignata e temo una tresca.’

La sensazione di vuoto si fa più profondo e acuto nell’animo della nostra principessa. E finalmente lei comprende. Le sue amiche mentivano! Giocavano a lamentarsi dei loro principi sposi, dei quali in realtà non avrebbero potuto fare a meno. Lei sarebbe diventata la principessa zietta, che non aveva voluto prendere marito. Fortunata lei. Le avrebbero spedito i loro marmocchi a respirare aria buona in campagna, a imparare a leggere e scrivere.
E invece lei adesso avrebbe preso subito marito, un principe da farle rosicare e crepare di invidia.
Ma dove si è cacciato il dannato Ranocchio Impaziente?
Il principe ranocchio la vide arrivare e si nascose sotto una foglia. Da tempo ormai la evitava. La foglia seguiva il respiro del ranocchio, che fu presto scoperto.
“Dimmi una cosa, ranocchino lamentoso, che tipo di principe eri? Forse uno di quelli bassotti, piedi larghi, fronte stretta? Spilorcio e sudicio?”
“Ero alto bello e biondo. Attraverso i villaggi a cavallo, le damigelle mi gettavano dai balconi rose bianche rosse.”
“Vieni qui sulla mia mano ranocchino, dobbiamo parlare di una cosa molto importante.” 

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