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La Vittima Sconosciuta e-book kindle epub doc pdf

La Vittima Sconosciuta                   mobi-kindle epub  doc pdf

J G Sapodilla

Racconti brevi

 Racconti gialli e neri. Talora con umorismo  o surreali

Sigaro Avana 
Mi ero fermato solo per accendere il sigaro nel modo giusto, ma la ragazza non lo poteva sapere, aveva pensato che l’avessi vista nascosta dietro la siepe e mi era venuta incontro. La sua valigia nera sfondata aveva trascinato la ragazza e il suo vestitino corto color giallo canarino fino allo sportello della mia limousine scoperta.
− Portami dove ti pare aveva detto.
Mentre saliva le avevo guardato i fianchi. Lei aveva sorriso contenta.
− Mi chiamo Maria.
Una pioggia improvvisa mi aveva trasformato in un pesce bollito. Il caldo faceva evaporare le gocce che rimbalzavano sulla strada. Le moto si erano fermate sotto i ponti. La ragazza aveva cominciato a cantare una storia di banane fritte nello sciroppo di zucchero.
− Siamo arrivati al distributore di benzina. Puoi fare quello che ti pare per dieci minuti. − Le avevo aperto lo sportello senza scendere.
− Devi spegnere il sigaro. − Mi rispose. E prese con sé la valigia, perché voleva cambiarsi. Mi ero messo il sigaro spento nel taschino della camicia, con cura, prima di scendere davanti alla pompa. Dopo il pieno di benzina, avevo riacceso il sigaro e mi avviavo verso il bar in cerca della ragazza, quando la vidi uscire. Ma non era sola, due tipi uscivano con lei, il primo le teneva un braccio, l’altro portava la valigia. Entrai nel bar per bere qualcosa col ghiaccio.
Il barista raccontava a tutti di nuovo la storia: i due tipi della centrale di polizia si fermavano sempre a mangiare qualcosa a quest’ora, il loro piatto preferito erano le salsicce arrosto con patate e birra fredda. Uno dei due aveva visto il rigagnolo denso rosso scuro che usciva dalla valigia. Lei molto gentile aveva spiegato che era suo marito fatto a pezzi. Aveva detto che era scesa alla fermata dell’autobus nella strada per seppellire la valigia nei campi, ma faceva caldo e prima voleva rinfrescarsi.
Poi il barista mi aveva osservato con sospetto.
− Ehi, signore, deve spegnere il sigaro, qui dentro non si può fumare.

 

Da Frullini a Energia Solare

Era cominciata così.
Sam — Ascolta Frank, devi venderne almeno cento prima di venerdì. E cerca di farti pagare in contanti. Altrimenti non riesco a convincerli a non licenziarti. Gli affari vanno male, siamo in perdita da troppo tempo, forse alla fine del mese chiudiamo.
Frank aveva tentato una scusa disperata, una difesa scontata.
Frank — Sam, sai bene che la gente non sta a comprare frullini di questi tempi, c'è la crisi economica e la bolla finanziaria.
Sam si era acceso un sigaro, si era alzato e ora guardava dalla vetrata in basso verso il fiume, il porto, le luci. Allora Frank aveva preso il campione di frullino a energia solare e se ne era uscito dall’ufficio, poi per prima cosa aveva telefonato a sua moglie che sarebbe tornato venerdì sera, quindi era sceso in magazzino a prendere lo scatolone da cento frullini, era salito in macchina e aveva cominciato il giro dal quartiere della gente che poteva ancora spendere. Li avrebbe stupiti e aggrediti con questa meraviglia tecnologica, o forse si sarebbe messo a piangere e avrebbe chiesto pietà per la sua famiglia. Dipende da come si mettevano le cose.
Frank aveva già perso il lavoro una volta, sapeva tutto quello che c’era da sapere sull’argomento. Alla fine di una triste mattinata, senza aver venduto un frullino, che sia uno maledetto, gli aveva aperto la porta una specie di megera con una orribile vestaglina a fiori. La donna gli aveva strappato il frullino di mano e aveva gridato:
— Cosa ci dovrei fare con questo coso secondo la tua maledetta ditta?
Frank glie lo aveva spiegato, pacatamente, poi se era andato in albergo, doveva decidere come suicidarsi, non era una cosa di poco conto, ci voleva tempo e attenzione.
All’alba del giorno dopo l’angelo custode lo aveva svegliato con una mano sulla spalla:
— Andiamo Frank, ora ci penso io. — E lo aveva portato volando in un quartiere di veri signori.
Al primo tentativo la cameriera negra, che gli aveva aperta la porta, dopo poche parole era corsa via a chiedere cosa fare.
— Signora, credo che abbiamo bisogno di un frullino, ci sarebbe giusto un venditore alla porta.
— E tu compra il maledetto frullino e frullami le uova.
Frank si era messo a parlare con la negra.
— E così ti serviva un frullino, sei stata fortunata.
— Non mi servivano frullini, ne abbiamo cinque in cucina. E’ stato per via dello sguardo.
Ora Frank sapeva cosa fare, doveva fare lo sguardo disperato.
Frank aveva venduto tutti i cento frullini a energia solare prima di venerdì, per questo era tornato a casa in anticipo e ora se ne stava guardare il coccodrillo nel suo letto, quando sentì la voce dietro di sé.
— Togliti Frank, che li ammazzo — gli dice la sua vicina Sally.
Il coccodrillo si contorce, si afferra il testone verde con le zampotte anteriori e se lo svita. Appare Philip, metà coccodrillo e metà marito di Sally, la biondina col fucile. Da parte sua Frank non perde tempo a farsi troppe domande, non si chiede cosa ci faccia il suo vicino nel suo letto dalla parte dove di solito lui dorme accanto a sua moglie Beth, ma si muove di lato per permettere a Sally di prendere la mira.
— Spara Sally, mira alla testa, altrimenti potremo avere storie col noleggio dei costumi.
— Non preoccuparti per questo Frank, lo sai che vinco sempre il primo premio alla gara di tiro al piattello, nel Giorno del Ringraziamento.
La testa di Philip scivola dentro nel costume, ora è un Coccodrillo con molti problemi e senza testa. Sally esita divertita.
— Vieni fuori mio buon Philip, suppongo tu voglia darci una spiegazione.
— Come mai sei qui, preziosa? — risponde la voce di Philip dentro al coccodrillo. Non dovresti essere in Florida alla riunione annuale delle Figlie di Satana?
— Avrei dovuto, infatti, ma una hostess inesperta ha visto un tipo abbronzato che si accendeva una pipa indiana sull’aereo e ha chiamato gli agenti della sicurezza. Alla fine la hostess ha spiegato che non aveva mai visto una pipa indiana. Poi il meteo ha avvisato che all’arrivo ci poteva essere una tromba d’aria e ce ne siamo tutti tornati a casa. E ora se vuoi spiegarci come mai hai cambiato stanza da letto, prima che spari.
A questo punto l’ippopotamo accanto a Philip approfitta della distrazione, scappa fuori dal letto e prende tutti di sorpresa.
Sally e Frank si voltano a guardare l'ippopotamo che cerca di scendere di corsa i gradini dalle camere superiori alla porta di casa. Sally spara un colpo in aria e tutto il mondo rimane in sospeso.
— Posso spiegare tutto io — si lamenta l'ippopotamo in affanno.
La canna del fucile di Sally passa dalla linea del coccodrillo a quella dell'ippopotamo, il quale appare in evidente stato di agitazione, mentre si tira la coda con forza e si scuote.
— Metti via quel dannato fucile. Sono io, Beth, dentro l'ippopotamo, piuttosto tiratemi la coda, a quanto pare è così che si apre la lampo. Se continuate a metterla a questo modo, me ne torno da mia madre.
Philip riemerge dal coccodrillo.
— Siamo stati a una festa in maschera, io e Beth, da buoni vicini, abbiamo bevuto giusto un goccetto ed eccoci qui. Una cosa che capita a tutti.

copyright J G Sapodilla

Da La Vittima Sconosciuta

– E chi dovrei uccidere su vostro incarico, Mr. Seyan?  E in base a quali principi morali?
– Dovete uccidere mia moglie.
– Dovrei uccidere vostra moglie?  Davvero non crederete che io mi immischi in una questione tanto ordinaria. E quali sarebbero i principi morali che giustificano il delitto? Vostra moglie è per caso una pessima cuoca?

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