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La Luna tra mito e realtà

Come quasi tutti i pianeti del Sistema Solare, la Terra non è un corpo isolato, ma presenta un satellite, la Luna. Si stima che nel nostro Sistema Solare oltre 150 corpi celesti orbitino attorno a pianeti, pianeti nani e asteroidi e, per estensione, vengono chiamati “lune” anche i satelliti degli altri pianeti. La nostra Luna, però, presenta una particolarità relativa alla sua dimensione: se confrontata con tutti gli altri satelliti, infatti, risulta eccezionalmente grande rispetto al pianeta intorno al quale orbita. La grandezza della Luna è poco meno di un quarto rispetto a quella della Terra; solo tra Plutone e il suo satellite Caronte esiste una simile proporzione. 


Il moto di rivoluzione della Luna intorno alla Terra, che dura circa 28 giorni, corrisponde anche alla rotazione sul suo asse: questo particolare accordo tra i due movimenti rende visibile dalla Terra sempre lo stesso lato del satellite, mentre l'altro rappresenta la faccia nascosta della Luna... il celebre “dark side of the Moon”! Il lato visibile della Luna non è sempre ugualmente illuminato dal Sole, formando perciò le varie fasi lunari: quando la Luna si trova interposta tra la Terra e il Sole (aspetto astrologico di Congiunzione), avremo la Luna Nuova (o Luna Nera); quando è la Terra a risultare interposta tra la Luna e il Sole (aspetto astrologico di Opposizione), avremo invece la Luna Piena. 




Com'è nata la Luna?

Tra le varie teorie sull'origine della Luna, la più accreditata ipotizza una collisione avvenuta tra due proto-pianeti in formazione, la Terra e Theia, che occupavano la stessa orbita. Nell'impatto, stimato attorno a 43 milioni di anni dopo la nascita del nostro pianeta, una parte di Theia sarebbe stata inglobata dalla Terra, che era ancora incandescente e composta di materia allo stato fuso; inoltre, una parte dei detriti di Theia e una porzione della crosta terrestre colpita dall'urto, rimanendo agganciate al campo gravitazionale terrestre, nel giro di un secolo si sarebbero compattate fino a formare il satellite.


Rivista nel 2001, la teoria del Grande Impatto ha però lasciato il posto a quella del Doppio Impatto: nello scontro con la Terra, Theia si sarebbe disintegrata, formando un anello di materiale (simile per conformazione agli anelli di Saturno) che col tempo si sarebbe addensato fino a formare un corpo celeste precipitato sul nostro pianeta. Un secondo anello di materiale formatosi successivamente, si sarebbe a sua volta addensato in un satellite più grande (circa il doppio del primo). Questi due impatti avrebbero anche causato un forte rallentamento della rotazione terrestre (la cui velocità sarebbe passata da 4 a 24 ore) e un cambiamento di inclinazione dell'asse terrestre (che oggi corrisponde a circa 23° rispetto al piano dell'orbita).


La Luna si allontana dalla Terra di circa 3,8 cm all'anno: al momento della sua formazione era 15 volte più vicina (cioè 15 volte più grande per l'osservatore terrestre!) e, secondo i calcoli, tra circa 2 miliardi di anni si sarà allontanata al punto da non avere più alcun effetto gravitazionale sul nostro pianeta (con prevedibili cambiamenti ambientali e climatici di notevole entità).


La Luna nel mito

Chiamata in molti modi diversi dai popoli antichi (gli etnologi contano più di mille nomi!), la Luna mantiene sempre lo stesso significato riconducibile a “la luminosa”, “la lucente”. Le divinità lunari sono spesso femminili, come le greche Selene e Artemide e le equivalenti dee romane Luna e Diana; tuttavia non sono poche le culture che attribuiscono alla Luna una veste maschile: ricordiamo ad esempio il dio Sin dei mesopotamici, Thoth e Khonsu degli egizi, Men dei Frigi, Mani delle popolazioni nordiche. Il culto della Luna veniva tenuto in grande considerazione e in molti casi era rivolto a una Triplice Dea Femminile: nell'antica Grecia troviamo ad esempio Artemide (Luna Crescente), Selene (Luna Piena) ed Ecate (Luna Calante e Nera). 


Artemide/Diana, figlia di Zeus e Latona e sorella gemella di Apollo, rappresenta la vitalità dell'energia femminile giovane, forte, libera e selvaggia: dea della caccia e del tiro con l'arco, viveva nelle foreste circondata dagli animali selvatici (di cui era protettrice) e dalle ninfe dei boschi. Considerata una dea vergine, intendendo con tale espressione il significato originario del termine “virgo”, ovvero quello di “giovane donna vitale, energica e indipendente”, Artemide impersonava la natura spontanea e selvaggia, la foresta vergine, la forza vitale indomabile. Nessun uomo poteva farla sua, poiché la dea si dimostrava piuttosto accanita contro il genere maschile: Atteone, che la sorprese nuda mentre faceva il bagno nel fiume Citerone, venne da lei trasformato in cervo e poi sbranato dai suoi cani!  




Selene/Luna, figlia di Iperione e di Theia, sorella di Helios (il Sole) e di Eos (l'Aurora), rappresenta l'energia femminile matura, calma e materna. Ogni notte, Selene guidava il suo carro lunare trainato da una coppia di buoi bianchi, dono di Pan, con il quale la dea si era accoppiata (nel mito si racconta di un travestimento da parte del dio, probabile allegoria di tradizioni orgiastiche legate alla luna piena). Innamoratasi di Endimione, ebbe da lui 50 figli e ottenne che il suo amato continuasse a vivere in un sonno eterno.


Nell'antichità greco-romana, la Luna veniva associata anche a Ecate, divinità psicopompa (cioè “accompagnatrice di anime”) che viaggiava liberamente tra il mondo degli uomini, il regno degli dei e la dimora dei defunti. Probabilmente di origine pre-indoeuropea, Ecate era assimilata alla Luna Calante, cioè all'aspetto più maturo e cadente della Trinità Lunare. Associata alla vecchiaia e alla morte, presiedeva anche alla magia, alla divinazione e alle arti occulte. Depositaria del sapere erboristico, dea delle pozioni magiche, dei farmaci e dei veleni, era inoltre l'unica divinità (oltre a Zeus) ad avere il potere di far avverare i desideri degli uomini o di negarne la realizzazione. 

Potente e temuta ma in fondo benevola, viene rappresentata come dea della notte e dei passaggi: impugna infatti una torcia e delle chiavi. Il suo animale sacro è il cane, guardiano e protettore delle abitazioni. Le statue a lei dedicate (in molti casi formate da tre corpi) venivano poste agli incroci, a protezione dei viandanti: per questo è conosciuta anche come dea dei trivi. 

La natura di Ecate era bisessuata, riassumendo in sé entrambi i principi della generazione: per questo motivo le veniva attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.

Simbolo della donna anziana e saggia, nel corso dei secoli venne demonizzata dalla cultura patriarcale e maschilista, bollata come strega e dea oscura; tuttavia è riuscita a sopravvivere, reincarnandosi idealmente in varie figure simili a quella della Befana, la vecchia decrepita che viaggia di notte a cavallo della sua scopa, portando doni e dolciumi solo ai bambini meritevoli.