Carrello

Litha, il Solstizio d'Estate

Mercoledì 21 giugno saluteremo il Solstizio d'Estate, ovvero il giorno più lungo dell'anno, conosciuto come Litha tra i seguaci del neo-paganesimo.  


L'estate è un momento di abbondanza, una brillante estensione del risveglio di primavera. Vediamo la Terra al massimo della sua espansione: tutto sembra più vasto, più luminoso e compiuto. In estate tendiamo ad aprirci maggiormente alla vita e ci sentiamo spinti a ricercare l'energia del sole, del mare, dei torrenti, dei boschi, dei campi. Al tempo stesso, però, iniziamo ad avvertire un clima sempre più estremo, più caldo o più umido del solito, che induce in noi un senso di fatica, spingendoci a ridurre le attività non necessarie e a concederci, non appena possibile, lunghi momenti di relax. E' una stagione che ci sussurra di “tirare i remi in barca”, e ci invita a farci trasportare dai ritmi, lenti e pazienti, della Natura.



L'estate ci ricorda anche che dovremmo sempre essere grati per le risorse, sia materiali sia spirituali, che la vita ci ha elargito. Ciò che è stato seminato nei mesi precedenti, infatti, in questa stagione giunge a maturazione. Durante le vacanze, inoltre, abbiamo più tempo da trascorrere con le persone che amiamo, e possiamo dedicarci maggiormente ad attività che ci fanno stare bene e ci gratificano.



Una festa antica per un momento magico      


Il Solstizio d'Estate è un momento magico, celebrato fin dalla notte dei tempi. Nell'antica Roma, del primo giorno d'estate era protettore Giano, custode delle porte e delle iniziazioni ma anche simbolo dell'unione con l'Infinito: quello del Solstizio, in effetti, era considerato il momento in cui il visibile e l'invisibile si fondevano, aprendo dei varchi nell'ignoto. La sacralità del Solstizio non svanì del tutto neppure in epoca medievale, anche se forse si fece strada la tendenza a sottolinearne gli aspetti più oscuri. La notte era densa di pericoli, nel cielo si vedevano volare streghe e demoni diretti al Sabba, per cui era più prudente restare in gruppo, accanto alla luce dei falò: accesi sulla sommità dei colli e fatti rotolare a valle, i fuochi richiamavano il Bene scacciando le Tenebre.



Nel momento in cui il Sole era più forte, e più benefici i suoi raggi, si raccoglievano le erbe magiche: questo rito avveniva poco dopo l'alba, quando la rugiada del Solstizio, simbolo delle nozze tra acqua e fuoco, aveva benedetto la terra. Le erbe raccolte, legate a formare dei mazzi, erano considerate non soltanto amuleti in grado di proteggerne il possessore per tutto l'anno, ma anche talismani capaci di attivare poteri psichici.


In seguito alla diffusione del Cristianesimo, andò progressivamente perdendosi la consuetudine di onorare il giorno del Solstizio d'Estate: le celebrazioni legate all'inizio dell'estate astronomica, infatti, lasciarono il posto a quelle del 24 giugno in onore di San Giovanni Battista.



Un rituale per Litha 


Devon Scott, nel bellissimo libro “I giardini incantati”, descrive un suggestivo rituale con il quale si può celebrare, in gruppo, il Solstizio d'Estate. Il rito si esegue il 21 o il 22 giugno, subito dopo il tramonto. 

Occorre essere almeno in tre e recarsi in un luogo appartato: l'ideale sarebbe una radura tra gli alberi, ma per chi vive in città può bastare una qualsiasi stanza tranquilla. I partecipanti, che dovrebbero indossare una tunica bianca pulita, si dispongono in cerchio attorno a un tavolino che fungerà da altare, e sul quale verranno collocate cinque candele gialle, disposte in modo da formare un pentagono con una punta rivolta ad est. 


Prima di iniziare, è bene fumigare l'ambiente per 15 minuti con incenso in grani mischiato a rosmarino, lavanda e verbena in parti uguali. Si accendono poi le candele, usando un fiammifero oppure un'altra candela tenuta da parte a questo scopo: si procederà all'accensione in senso orario, iniziando dalla candela che segna l'est. A questo punto, dopo che gli officianti si saranno presi per mano, il capo del gruppo pronuncerà per tre volte la seguente invocazione:


“Voi che siete eterni, Voi che avete creato ogni cosa,

la luce e il buio, il cielo e la terra, la luna e il sole,

Voi che avete colmato l'Universo

della vostra magnificenza e del vostro splendore,

Voi Signori del Tempo e dello Spazio,

dello Spirito e della Materia,

vi scongiuriamo di darci virtù e forza, amore e volontà,

affinchè possiamo sempre operare per il Bene.

Vi invochiamo per i vostri Sacri Nomi,

affinchè vogliate illuminarci e guidarci nella nostra vita,

fino a ricongiungerci con Voi in eterno.

E così sia!”


Conclusa l'invocazione, sarà bene restare in silenzio per alcuni minuti. Quando il rito sarà terminato, le mani si scioglieranno e il capo del gruppo spegnerà le candele in senso anti-orario, lasciando per ultima la candela che segna l'est. 


Benvenuta, Estate!