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Il primo giro di pietre

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Attorno alla vecchia cascina che domina le colline del Monferrato – ora core zone Unesco – si intrecciano le storie di un’antica famiglia, alle prese con il progressivo affossamento della cultura contadina tradizionale a favore della civiltà urbana. 

Con efficace registro stilistico, l’autrice indaga i drammi personali e i rapporti familiari irrisolti; l’insolita propensione del giovane Edo per la terra e la storia locale; il suo desiderio di emulare nonno Ottavio – di cui si sente l’unico erede morale – coltivando le vigne degli avi per appartenervi totalmente; la sofferenza per il sogno negato e il riscatto dall’amarezza attraverso lo studio del violino, con cui il ragazzo conquisterà i più ambiti scenari musicali di Parigi.

Una fine tessitura di sfumature psicologiche, che rivela la complessità di trame avvincenti e sottili, accompagna Edo alla soluzione del viscerale dilemma che già angustiò il nonno in gioventù – optare per le lusinghe della ville lumière o per la solidità delle origini contadine – finché, sulla soglia dei trent’anni, egli scopre finalmente che la vera eredità è il “primo giro di pietre” della sua personalità, ovvero l’originale amalgama con cui genetica, educazione, storia e cultura hanno forgiato le generazioni nate e vissute prima di lui su quel bricco.


Il romanzo inedito Il primo giro di pietre ha ottenuto una menzione di merito al Premio Cesare Pavese (2018).

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