"Vivi da malata per morire sana!"
Sai quante volte me lo sono sentita dire (e continuo a sentirlo)?
Da quando mangio con meno zuccheri e ho deciso di eliminare i carboidrati così detti "insulinici" (cioè quelli che fanno alzare vertiginosamente la glicemia e che creano l'infiammazione che sta alla base della maggior parte dei disturbi e delle patologie) come i cereali e lo zucchero (tutto: bianco, di canna, sciroppi di vari tipi come d'agave, d'acero, di riso ecc.) questa frase me la sento dire ciclicamente.
Le persone pensano che mangiare con meno zuccheri significhi fare una triste vita di rinunce, essere perennemente a dieta e agognare il cibo buono, ma non è così, e chi mi conosce davvero lo sa, perché ha modo di constatare e assaggiare tutti i cibi deliziosi che metto nel piatto e il mio reale stato di soddisfazione sia a tavola sia fuori dalla tavola, cioè quando parlo di come mi nutro (perché io ormai non soltanto mangio ma nutro proprio corpo e mente come non avevo mai fatto prima, attraverso cibo vero, naturale, ma comunque gustoso e appagante e che mi fa bene) e di come ho migliorato la qualità della mia vita, in termini di benessere fisico e mentale. Tra l'altro rinunciare vuol dire privarsi di qualcosa che porta valore nella propria vita, ma se evito alimenti che mi portano danni (a breve o lungo termine) io non sto rinunciando a quella cosa, anzi ne sto guadagnando un'altra, ovvero la salute in questo caso.
Quella che seguo è un'alimentazione antinfiammatoria (perché ho eliminato la più grande fonte di infiammazione: lo zucchero) che è adatta e fa bene A TUTTI, non solo a chi ha delle patologie o dei disturbi, perché se tu impari a nutrirti fin da piccolo in modo "pulito", sano e antinfiammatorio previeni l'insorgere di problemi di salute, e questo è buono per tutti, per godersi davvero l'unica vita che Madre Natura ci ha concesso su questa Terra.
Con "vivi da malata" le persone vogliono dirmi che vivo di rinunce come se fossi malata, cioè come se avessi dei problemi che mi impediscono di mangiare una cosa che mi piace, ma in realtà potrei mangiarla tranquillamente perché non è vero che mi fa male ma è solo una mia paranoia e convinzione.
"Per morire sana" invece nasconde un pensiero contorto: nell'immaginario collettivo la morte è preceduta e accompagnata dalla malattia, ormai si è fatta l'associazione "anzianità-disturbi/patologie", "vecchiaia-malattia" perché ci hanno convinto (società, medici, tv, ecc.) che con il passare dell'età sia normale iniziare ad avere dei disturbi perché è una conseguenza naturale dell'invecchiamento del corpo, ma non è così.
Certo, è ovvio che a 70 anni non potrò avere la stessa prestanza fisica di quando ne avevo 20 o la stessa pelle rimpolpata, ma questo non significa che sia "normale" avere diabete, artrosi, colesterolo, pressione alta, Alzheimer e tumori. Queste sono patologie provocate da cause esterne a noi, e non conseguenze naturali dell'invecchiamento del corpo. E la principale causa è proprio l'alimentazione (poi, sì, anche l'aria che respiriamo, l'inquinamento dei mari dove vivono i pesci che poi mangiamo e quello della terra dove coltiviamo verdura e frutta che arriva sulle nostre tavole).
Sulla qualità dell'aria, dei mari e del terreno abbiamo meno margine di azione (anche se nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, ma probabilmente non sarà mai abbastanza per "cause di forza maggiore" diciamo così...); sull'alimentazione invece abbiamo molto più potere di agire, perché possiamo scegliere cosa mettere nel carrello e quindi nel nostro corpo, e se posso scegliere allora decido di optare per alimenti che mi danno salute e poi trovo il modo di valorizzarli per renderli perfetti per il mio palato (se già non lo sono), oltre che per il mio benessere fisico, perché è ovvio che devo sentirmi soddisfatta/o e appagata/o a livello sia fisico che mentale.
E poi cosa significa "per morire sana"? Io non so come e quando morirò, e nemmeno ci penso perché tanto non mi è dato saperlo, quindi io non vivo la mia vita in funzione della mia futura morte, ma vivo in funzione del mio star bene, cercando di essere lungimirante e "piantare" ogni giorno "i semi della salute", pensando al mio futuro da viva. Evidentemente chi mi dice questa frase pensa che io viva in funzione della mia morte, o che io creda di morire senza soffrire se arrivo a quel momento senza problemi fisici. Non hanno capito che la mia non è una sfida, né con la vita, né con la morte, né con loro e nemmeno con me stessa. Il mio è semplicemente il miglior modo per prendermi cura di me.
(Queste sono le stesse persone che dicono anche "prima o poi di qualcosa bisogna morire!" e "si è sempre mangiato così!").
Tornando al discorso del potere di agire, so bene che c'è anche l'aspetto economico che limita la libertà di scelta quando si fa la spesa, e anche questo non è un caso: nei supermercati vengono "spinti", con prezzi bassi e attraenti, certi alimenti che guarda caso sono quelli che (è stato dimostrato) ci provocano problemi, ma quando bisogna far quadrare il bilancio familiare si è portati a scegliere prodotti più economici.
(Il mio nutrizionista dice sempre: "chiediti perché costa di meno, non perché costa di più".)
Io e il mio compagno abbiamo imparato a dedicare più risorse economiche ad alimenti di qualità "a sfavore" delle cose superflue, come lo shopping sfrenato di abbigliamento/arredamento/altro non necessario, che spesso è solo frutto dell'insoddisfazione della propria vita, e per gratificarsi si pensa subito a comprare cose. Preferiamo comprare meno oggetti ma più alimenti di qualità, e questo non vuol dire che viviamo in una casa vuota senza mobili o cose, che andiamo a giro con vestiti sdruciti o che non ci compriamo una maglietta se siamo rimasti con pochi cambi nell'armadio perché abbiamo eliminato quelli vecchi e sciupati. Semplicemente abbiamo imparato a gestire le nostre risorse economiche in base alle nostre priorità, che sono la salute e il benessere fisico e mentale. E non vuol dire nemmeno che riempiamo il carrello con tonnellate di alimenti, ma compriamo solo quello che ci serve di settimana in settimana e qui io mi aiuto molto con l'organizzazione del menù settimanale e la lista della spesa, fondamentali per evitare sia di comprare in eccesso sia di dimenticare ciò che mi serve.
(Planner per menù settimanale e lista organizzata li trovi fra i miei Ebook).
Alla luce di tutto questo capite bene che dirmi "vivi da malata per morire sana" non ha senso e soprattutto non è vero.
E se prendermi cura di me, mangiando cibi che mi fanno bene ma che sono buoni e mi piacciono molto, vuol dire vivere da malata per morire sana, allora comprendo che bisogna sbrigarsi ad intervenire sulla mentalità della nostra società e che il lavoro da fare è tanto e sarà davvero dura...
Giorgia