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Galbiati Umberto

Per decenni ho condiviso la mia esistenza con il mondo Longobardo senza quasi esserne conscio, tranne per il fatto che il nome della mia Regione derivasse da loro!

 

Sono nato a Biassono, vicino a Monza e mi ricordo ancora della visita che feci da bambino al Museo Archeologico del mio paese, in cui appresi che in passato ospitò un piccolo insediamento longobardo, una “fara”. Tra le altre cose, ciò è ben testimoniato da un ritrovamento di una interessante fibbia di cintura finemente lavorata, databile all’epoca in cui la Regina Teodolinda visse e regnò sull’Italia a soli cinque chilometri da qui.

 

Compii le medie a Monza frequentando la scuola Zucchi, edificio che sorge ancora oggi nella zona medioevale della città storica, a pochi passi dal Duomo. La mia insegnate di italiano, storia e geografia, la Professoressa Isman, era una patita dei Longobardi. E quindi, portò spesso la classe in giro per Monza per farci scoprire e parlarci dei vari reperti archeologici disseminati per la città.

 

In particolare modo, mi impressionò la prima visita che feci, da scolaro di seconda media, al Duomo di Monza, sede della sepoltura di Teodolinda e di suo figlio Adaloaldo. Ma ciò che più di tutto mi stupì, fu una serie di straordinarie oreficerie custodite nel Museo e nel Tesoro del Duomo.

 

Da allora ho abitato e girato per l’Italia ed il Mondo per studiare e per lavorare, ritornando spesso a Brescia, città longobarda per antonomasia e sede dell’importante “fara”, allora assegnata al Duca Desiderio, prima dell’aspra contesa avuta con i duchi friulani per la nomina a Re dei Longobardi. 

 

E’ già da un paio di decenni che mi sono stabilito a Pescate, sulle pendici del Monte Barro. Tra l’altro andando ad abitare, senza saperlo prima, nelle vicinanze della Basilica incompiuta di San Michele, struttura edificata proprio da Re Desiderio e dedicata al Santo “preferito” dai Longobardi.

 

A Pescate e nei paesi qui intorno, nel raggio di pochi chilometri dalla vetta del Monte Barro, vi sono delle straordinarie vestigia storiche di epoca longobarda, alcune già scavate, altre in corso di scavo che, pian pianino, mi hanno fatto seriamente interessare ai Longobardi ed al loro regno in Italia perché, nel corso di soli 200 anni, hanno forgiato buona parte del nostro Paese.