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La Catena di San Libero, 1999-2011

Termina qui la lotta al potere mafioso per questa generazione. Abbiamo ottenuto dei risultati: Sindona, i cugini Salvo, i cavalieri catanesi. Siamo stati sconfitti su tutto il resto. Queste vittorie parziali ci consentono tuttavia di guadagnare del tempo, di allontanare di qualche anno il pieno radicamento del sistema. L'esito finale è comunque, probabilmente, quello russo: marginalizzazione dei meccanismi democratici, istituzionalizzazione dei poteri di fatto, pubblica assunzione dei poteri da parte delle yakuza.

Le lotte di questi quindici anni - Borsellino, Falcone, la primavera di Palermo, Robertino Antiochia, i Siciliani, Chinnici, i giudici ragazzini morti e vivi - sono servite semplicemente ad allontanare di alcuni anni questo esito. Che è tuttavia il più realistico, nel giro di alcuni anni. La componente Berlusconi è stata ormai pacificamente accolta, a livello tanto istituzionale quanto culturale, nel sistema politico italiano. Ora, ci sono dei problemi tecnici - come trapassare stabilmente da D'Annunzio-Salandra a Mussolini? come far convivere il vecchio Senato del Regno con la moderna Camera dei Fasci e delle Corporazioni? - ma sono problemi tecnici, per l'appunto.

Da siciliani, non riusciamo a respingere un qualche (inutile) orgoglio per il fatto che stavolta, a differenza degli anni Sessanta, non è stata la Sicilia a cedere, ma il rimanente del Paese. Così anche potremmo credere (con lo stesso irrazionale campanilismo) che questa piccola terra, da tanti apparentemente inutili dolori, sortisca almeno - e se non subito, con gli anni - una diversa coscienza di sè, una mitopoiesis alimentata dalle vite versate. Ma stiamo divagando.

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