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Renzi - La Divina (Tragi) Commedia

Prefazione


Viviamo un momento storico di grandi mutamenti: ogni domenica i mezzibusti televisivi ci comunicano che “la prossima settimana sarà cruciale”... anche se poi in effetti la settimana che sta per cominciare sarà più o meno come quella che è appena terminata e come quella che comincerà tra otto giorni... ma una novità, importante sicuramente c’è. Ne dobbiamo dare grazia al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi che, nella pace dei fine settimana, prepara la batteria di annunci e proclami che riverserà sul Paese nei giorni lavorativi.

Grande personaggio Renzi. Giovane, sorridente, pronto a gettare il cuore aldilà della siepe dello sconosciuto e del muro delle difficoltà, con poche abili mosse in pochi mesi ha preso in mano le redini di uno sfiancato ronzino che stancamente strascicava una botticcella attreaverso i Fori Romani, per trasformarlo in un Bianco Destriero che al mattino presto vola sugli ostacoli di Villa Borghese. O meglio è stato capace, il Toscano, di trasfondere, in un popolo tendezialmente portato ad essere “AB+” (ricevente universale), contro tutte le regole mendeliane, un monton (come dice il mio amico Pablo che lavora al Prado) di news che, generate come tali, vengono percepite come realtà. Renzi, che fin dagli anni infantili, della adolescenza e della giovinezza fu esposto ad intensi corsi di formazione psicosintetica, ha ben chiare le caratteristiche psicosomatiche dei suoi concittadini, sia antichi sia di recente immigrazione.

La Divina (Tragi)Commedia segue passo a passo lo strabiliante percorso del più famoso toscano dei giorni nostri, dai primissimi momenti quando nel gennaio 2014 decise di buttare la maschera e di demolire (anzi “asfaltare”) come gli piace indulgere, Enrico Letta che si risvegliò dal suo empireo di serenità solo al momento di consegnare al Nostro il campanellino di Palazzo Chigi.

Lo segue nel suo innarestabile successo, sale con lui al Colle dove un sempre più vibrante Re Giorgio si entusiasma come un bambino delle sue trovate e delle sue battute, entra con lui nell’antro del Nazareno dove i residuati di una tauromachia di altri tempi gli tendono tranelli e dove il giovin Civati spera sempre di poterlo riportare alla ragione.

Ne accompagna i colloqui “segreti” con Draghi e Nani – puntualmente ripresi dalla stampa sempre più accondiscendente nei confronti dell’astro crescente - ne reporta fedelmente le visite a scuole e imprese (molte di suoi amici e sostenitori), e le missioni all’estero con gli esilaranti siparietti linguistici, sale con lui e con i mille sul grande carro che la Viberti ha approntato per accomodare tutti i sostenitori della seconda e terza ora (ma c’è tempo fino alla ventiquattresima).

Lo segue, soprattutto, a bordo dello schiacciasassi con il quale, alla alta velocità di un Frecciarossa o di un Italico, asfalta oppositori o semplici dissenzienti.

Il libro, primo di una trilogia, che vedrà la luce accompagnando l’impresa renziana, prende atto del presupposto ideal-filosofico del Ragazzo di Pontassieve e “cambia verso”: qui si parte dal Paradiso perchè è in Paradiso che il Sindaco più amato d’Italia ha soggiornato in questo primo (quasi) anno di potere.

Ho letto con attenzione la Divina (Tragi)Commedia e, a differenza di quella non tragicomica, non mi sono mai addormentato. Mai.

E dunque mi sento di consigliarla a quanti soffrono di Narcolessia e a quanti, e credo siano tanti, ancora non hanno capito che il nostro paese per cambiare deve cambiare. Non con le parole. Con i fatti.

(Firenze, dicembre 2014)
Aristide Rossi

Posteggiatore in San Miniato al Monte

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