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Sul Fascismo. Antologia di Antonio Gramsci

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Autore: Antonio Gramsci

Curatore: Antonella Roncarolo

Titolo: Sul Fascismo. Antologia

Pagg edizione cartacea: 398

Lingua: italiano

Formato: Epub con Adobe DRM

Prezzo: 9,99 euro

Edizione: Mauna Loa, 2022

EAN/ISBN: 979-12-80456-25-0 

Categoria: Saggio, Politica

LINK ALLA VERSIONE CARTACEA


IL TESTO: L’appassionante lettura di questa antologia ci offre la visione completa del pensiero gramsciano sul fascismo, un pensiero d’avanguardia e di sorprendente attualità: l’acume delle sue argomentazioni, accompagnate spesso da pungente ironia, ci apre una finestra di comprensione sul passato, sul presente ma anche sul futuro della politica e delle sue connessioni con la società e la finanza. In questo volume sono raccolti gli scritti di Antonio Gramsci sul fascismo: dagli articoli giovanili, alle riflessioni, ai testi fondanti del partito comunista, fino a una selezione tratta dai “Quaderni del carcere”. Essi descrivono passaggi storici fondamentali: le trasformazioni delle società capitalistiche, dei sindacati, delle classi sociali, della cultura, delle forme del comando. Gramsci è il filosofo marxista studiato e dibattuto, tutt’oggi, nelle università di tutto il mondo. 

L’AUTORE: Acuto filosofo e appassionato politologo, martire delle sue idee, forte oppositore del fascismo e di ogni tipo di egemonia politica atta a creare un rapporto gerarchico tra servi e padroni, Antonio Gramsci è stato anche un giornalista dalla penna tagliente, in grado di incidere profonde ferite nella pelle dei suoi oppositori. 

IL CURATORE: Antonella Roncarolo, laureata in Chimica Industriale a Bologna, è stata insegnante e giornalista. Ha frequentato la Scuola Holden di Torino e ha conseguito il diploma del Corso di Alta Formazione di Scrittura Creativa dell’Università Cattolica di Milano. Tra le sue ultime pubblicazioni il romanzo storico “Brest. Resistenza e canti di libertà nella Polonia in fiamme” (Infinito Edizioni 2020).


ESTRATTO: L’appassionante lettura degli scritti di Antonio Gramsci proposti in questo volume ci offre la visione completa del pensiero gramsciano sul fascismo, sulle sue origini sociali e sulle spinte storiche e politiche che hanno portato Benito Mussolini al potere. Antonio Gramsci pubblicò perlopiù sui giornali L’Avanti, Il grido del popolo, L’Ordine Nuovo e L’Unità, nel decennio dal 1916 al 1926, anno del suo arresto.

Gli articoli raccolti in questo volume rivelano il giovane giornalista militante, dallo stile elegante e agile, pervaso da un’ironia fine e pungente. I temi trattati di stretta attualità, se lontani dai pensieri meditati e non mediati dal dibattito pubblico dei Quaderni del Carcere, non sono meno efficaci nel disegno della sua evoluzione intellettuale e ideologica. Il volume comprende anche le relazioni ai Consigli Nazionali del Partito Socialista, del Partito Comunista e il testo completo del suo unico discorso alla Camera, pronunciato il 16 maggio 1925, riguardante la legge sull’abolizione delle associazioni segrete. Un ampio spazio è dedicato a brani sul fascismo tratti dai Quaderni del carcere e alle dichiarazioni di Gramsci rilasciate davanti al Tribunale Speciale che iniziano con la lapidaria presentazione di se stesso:

«Sono comunista e la mia attività politica è nota per averla esplicata pubblicamente come deputato e come scrittore dell’Unità» (dalla dichiarazione resa da Gramsci il 30 maggio 1928 secondo la ricostruzione di Domenico Zucaro: cfr. Il processone, Roma, 1961, pp. 182-183).

Concludono il volume le “Discussioni nel carcere di Turi”, raccolte dal dirigente del Partito Comunista Athos Lisa, e uno scritto polemico pubblicato il 7 febbraio 1924 su Stato Operaio firmato con lo pseudonimo G. Masci, contro quella che lui stesso definisce “meschina interpretazione” da parte de L’Avanti di un suo precedente articolo sui rapporti tra sindacato e fascismo.

Gramsci, conscio del ritardo, non soltanto dei socialisti, ma dello stesso partito comunista, nel comprendere il volto originale della reazione borghese in atto che porterà alla presa del potere di Mussolini, ci fornisce, inoltre, gli strumenti per capire le proprie successive scelte ideologiche, tra cui la dura critica alla repressione stalinista che lo isolerà in carcere dai suoi compagni di partito, dove si immergerà in quella solitudine che aveva contraddistinto tutta la sua vita.

Antonio Gramsci e il fascismo. Acuto filosofo e appassionato politologo, martire delle sue idee, forte oppositore del fascismo e di ogni tipo di egemonia politica atta a creare un rapporto gerarchico tra servi e padroni, Antonio Gramsci è stato anche un giornalista dalla penna tagliente, in grado di incidere profonde ferite nella pelle dei suoi oppositori. Il 27 aprile 1977 Enrico Berlinguer, durante le celebrazioni a Cagliari del quarantesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci, così si esprime sulla sua memoria:

«Trent’anni fa, a due anni dalla fine del fascismo e della guerra, tra gli italiani e tra gli stessi sardi, della figura, del pensiero, delle opere di Gramsci si sapeva ben poco. Oggi non è più così. Oggi Antonio Gramsci è noto in ogni aspetto della sua azione e della sua elaborazione di ciò che egli ha fatto e scritto come dirigente politico e come intellettuale, come combattente e come pensatore».

Tuttavia, a quasi cinquant’anni da quel discorso, non è operazione facile trovare un termine univoco che riesca a esprimere la complessità del pensiero gramsciano e l’eterogeneità di una concezione della realtà non riconducibile a nessuna esperienza politica, sociale o filosofica precedente. La figura di Gramsci potrebbe essere avvicinata all’uomo dal multiforme ingegno, un moderno Ulisse che per tutta la sua esistenza, infelice per lo più, non ha mai chinato la testa davanti ai potenti che gli si ponevano di fronte. Un uomo che, nato alla fine dell’ottocento e catapultato nelle vicende di inizio secolo, ha tentato, con estrema coerenza, di rimanere sempre fedele alle proprie convinzioni e alla propria coscienza.

Ma quale influenza ha avuto Benito Mussolini sul giovane Gramsci? Questa, di fatto, è la domanda da porsi nell’intra-prendere la lettura dei suoi scritti sul fascismo raccolti in questo volume.

Scrive Michele Pistillo nel saggio “Fascismo – Antifascismo – Resistenza” (Pietro Lacaita Editore 1988):

«Credo si possa rispondere tranquillamente che, nel corso del biennio 1912-1914 (dall’assunzione della direzione dell’Avan-ti, fino alla presa di posizione a favore dell’interventismo da parte di Mussolini, che risale all’ottobre 1914), l’influenza del futuro duce sulla maggioranza della gioventù orientata verso il socialismo sia provata, documentata e indiscutibile».

Già in precedenza, Salvatore Francesco Romano, nel suo “Antonio Gramsci” (Utet 1965), aveva affermato: «Nell’azione e nei temi ideologici che Mussolini tentò di imporre in quegli anni al movimento socialista, non pochi giovani videro la possibilità di una sintesi teorico-pratica di un rivoluzionarismo più moderno in grado di presentarsi finalmente come revisionismo di sinistra del marxismo, sia contro il positivismo dei vecchi dirigenti, sia contro le altre forme di revisionismo borghese».

Dalle affermazioni dei due storici, è evidente come l’influsso formativo e ideologico del Mussolini socialista abbia influenzato le giovani menti dell’epoca. Il futuro duce, quindi, dalle colonne de L’Avanti, affascina studenti e operai con una polemica spietata, condotta con grande abilità giornalistica e con un linguaggio drammaticamente incisivo contro il riformismo, contro la partecipazione al governo dei socialisti capeggiati da quella che lui considerava una classe dirigente decrepita, contro il giolittismo, anche se, allo stesso tempo, rivelava ai lettori più attenti la sua concezione del marxismo tanto semplificata ed elementare da poter essere rimaneggiata e usata per scopi opposti alla lotta del proletariato.

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