
Nativi Americani. Guida alle Tribù e Riserve Indiane degli Stati Uniti di Raffaella Milandri
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€9.99
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Autore: Raffaella Milandri
Titolo: Nativi Americani.
Guida alle Tribù e Riserve Indiane degli Stati Uniti
Pagg edizione cartacea : 416
Lingua: italiano
Formato: Epub con Adobe DRM
Prezzo: 9,99 euro
Rdizione: Mauna Kea, 2021
EAN/ISBN: 978-88-31335-28-7
LINK ALLA VERSIONE CARTACEA
IL TESTO: La prima guida che offre una panoramica completa e aggiornata della complessità e vastità di culture e di tribù di Nativi Americani degli Stati Uniti, insieme a Alaska e a Hawaii. Un testo, nell’ottica anche di aiutare con il turismo le economie delle Nazioni Indiane, da consultare per abbracciare la realtà delle tribù e delle riserve, che sono suddivise stato per stato e organizzate per tipologia. Storia, leggi, focus sulle boarding school, sui musei dedicati agli Indiani d’America, sui pow wow, sulle associazioni native. Il lavoro certosino di Raffaella Milandri, studiosa esperta di Nativi Americani, consegna al lettore un portale di accesso a un universo di informazioni storiche, legislative, turistiche e culturali, una guida fondamentale e unica. Indispensabile per chi vuole informarsi, studiare o organizzare un viaggio.

L'AUTORE: Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi. Tra le sue diverse opere ricordiamo “Gli Ultimi Guerrieri” (Mauna Kea, 2019), e “In Alaska”.
ESTRATTO: Perché questa guida. Pur essendo un must da visitare, è difficile trovare guide o indicazioni che affianchino le riserve indiane alle maggiori attrazioni turistiche degli Stati Uniti, anche se comprese nello stesso territorio o in zone limitrofe. Quindi, per turisti, viaggiatori e appassionati, può essere difficoltoso organizzare una escursione presso una tribù, magari durante un pow wow (nota3). È da tener presente che non tutte le tribù hanno una riserva, e non tutte le riserve identificano una unica tribù: alcune tribù sono presenti in più riserve e, in una singola riserva, possono essere presenti più tribù. Sento perciò la necessità di scrivere questa guida perché, specialmente per chi ama le tradizioni e lo spirito dei Nativi Americani, è opportuno sapere come sono organizzate, dove e quante sono le riserve indiane, e quali tribù rappresentano; e conoscere come si possa aiutare la economia delle comunità tribali, attraverso un turismo consapevole che tenga conto del rispetto e dei diritti degli Indiani d’America. Arricchire solo chi ne sfrutta la cultura e l’artigianato, e non i membri tribali, purtroppo, avviene molto di frequente: commercianti bianchi utilizzano il fascino dei Nativi Americani per fare fortuna vendendo i loro manufatti, come dreamcatcher (nota4) e kachina (nota5). Costoro spesso pagano due dollari agli artigiani nativi per ciò che rivendono a cinquanta ai turisti, guadagnandoci fior di quattrini. Oppure, piazzano i loro alberghi e ristoranti di fronte ad attrazioni delle riserve indiane, come lo store che si trova all’ingresso del campo di battaglia del Little Big Horn nella riserva Crow. Questi businessman bianchi spesso millantano lontane discendenze Cherokee o Navajo, ammantandosi del fascino indiscusso di un popolo cui non appartengono. La maggior parte dei Nativi Americani, è risaputo, non ha un grosso senso degli affari — o per meglio dire non fa dei soldi una priorità esistenziale — e difficilmente studia marketing e merchandising per allestire merce e scaffali che invoglino allo shopping: i loro artisti sono, in primis, l’espressione vera della cultura e della identità originali. Esiste una legge che protegge la loro arte da sfruttamenti illeciti e riproduzioni dei preziosi design: la Indian Art and Craft Act del 1990 (nota6).
Titolo: Nativi Americani.
Guida alle Tribù e Riserve Indiane degli Stati Uniti
Pagg edizione cartacea : 416
Lingua: italiano
Formato: Epub con Adobe DRM
Prezzo: 9,99 euro
Rdizione: Mauna Kea, 2021
EAN/ISBN: 978-88-31335-28-7
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IL TESTO: La prima guida che offre una panoramica completa e aggiornata della complessità e vastità di culture e di tribù di Nativi Americani degli Stati Uniti, insieme a Alaska e a Hawaii. Un testo, nell’ottica anche di aiutare con il turismo le economie delle Nazioni Indiane, da consultare per abbracciare la realtà delle tribù e delle riserve, che sono suddivise stato per stato e organizzate per tipologia. Storia, leggi, focus sulle boarding school, sui musei dedicati agli Indiani d’America, sui pow wow, sulle associazioni native. Il lavoro certosino di Raffaella Milandri, studiosa esperta di Nativi Americani, consegna al lettore un portale di accesso a un universo di informazioni storiche, legislative, turistiche e culturali, una guida fondamentale e unica. Indispensabile per chi vuole informarsi, studiare o organizzare un viaggio.

L'AUTORE: Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi. Tra le sue diverse opere ricordiamo “Gli Ultimi Guerrieri” (Mauna Kea, 2019), e “In Alaska”.
ESTRATTO: Perché questa guida. Pur essendo un must da visitare, è difficile trovare guide o indicazioni che affianchino le riserve indiane alle maggiori attrazioni turistiche degli Stati Uniti, anche se comprese nello stesso territorio o in zone limitrofe. Quindi, per turisti, viaggiatori e appassionati, può essere difficoltoso organizzare una escursione presso una tribù, magari durante un pow wow (nota3). È da tener presente che non tutte le tribù hanno una riserva, e non tutte le riserve identificano una unica tribù: alcune tribù sono presenti in più riserve e, in una singola riserva, possono essere presenti più tribù. Sento perciò la necessità di scrivere questa guida perché, specialmente per chi ama le tradizioni e lo spirito dei Nativi Americani, è opportuno sapere come sono organizzate, dove e quante sono le riserve indiane, e quali tribù rappresentano; e conoscere come si possa aiutare la economia delle comunità tribali, attraverso un turismo consapevole che tenga conto del rispetto e dei diritti degli Indiani d’America. Arricchire solo chi ne sfrutta la cultura e l’artigianato, e non i membri tribali, purtroppo, avviene molto di frequente: commercianti bianchi utilizzano il fascino dei Nativi Americani per fare fortuna vendendo i loro manufatti, come dreamcatcher (nota4) e kachina (nota5). Costoro spesso pagano due dollari agli artigiani nativi per ciò che rivendono a cinquanta ai turisti, guadagnandoci fior di quattrini. Oppure, piazzano i loro alberghi e ristoranti di fronte ad attrazioni delle riserve indiane, come lo store che si trova all’ingresso del campo di battaglia del Little Big Horn nella riserva Crow. Questi businessman bianchi spesso millantano lontane discendenze Cherokee o Navajo, ammantandosi del fascino indiscusso di un popolo cui non appartengono. La maggior parte dei Nativi Americani, è risaputo, non ha un grosso senso degli affari — o per meglio dire non fa dei soldi una priorità esistenziale — e difficilmente studia marketing e merchandising per allestire merce e scaffali che invoglino allo shopping: i loro artisti sono, in primis, l’espressione vera della cultura e della identità originali. Esiste una legge che protegge la loro arte da sfruttamenti illeciti e riproduzioni dei preziosi design: la Indian Art and Craft Act del 1990 (nota6).